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venerdì 29 Marzo 2024
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Associazione Dossetti: “Per i farmaci innovativi serve un miliardo in più”

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Roma, 5 novembre – Almeno un miliardo in più rispetto a quanto previsto dalla Legge di stabilità, per i Lea e per i farmaci innovativi. È quanto serve, secondo l’Associazione culturale Giuseppe Dossetti, per garantire i nuovi Lea e i farmaci innovativi, smettendola con i balletti di cifre “sulla pelle dei cittadini, soprattutto i più fragili”.

Ad affermarlo è stato il segretario della stessa associazione, Claudio Giustozzi, nel corso di un evento sul futuro dei farmaci innovativi in Italia svoltosi ieri nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica per fare il punto sulla situazione relativa ai fondi previsti per la sanità nella Legge di stabilità.

Il mondo della salute è soggetto a rapide trasformazioni e vive un momento sempre più difficile” ha osservato Giustozzi. “Alla base di tutto c’e la consapevolezza che il farmaco è un bene sociale, ad elevato contenuto tecnologico, scientifico ed etico. È allora fondamentale, in questo senso, stabilire un quadro normativo stabile e un riconoscimento del valore dell’innovazione, per non scaricare sulle aziende la responsabilità di rispondere a tutti i bisogni del sistema salute e a fronte dei sempre maggiori investimenti che vengono fatti in ricerca e sviluppo”.
Dai lavori, è emersa la conferma delle criticità che nfluenzano in maniera negativa il corretto funzionamento del sistema farmaco, impedendo ai cittadini un accesso alle terapie d’avanguardia. La prima tra tutte, hanno sottolineato gli esperti, è l’eccessivo intervallo temporale “tra il momento di approvazione di un farmaco da parte dell’Ema alla sua entrata in possesso da parte del singolo paziente. ” Ma c’è anche molta “disomogeneità degli standard nei sistemi di reporting, circa la rappresentazione dei costi a livello regionale e c’e’ scarsità di indicatori per poter valutare l’impatto di un farmaco registrato da meno di un anno”.

In epoca di spending review, allora, secondo l’Associazione Dossetti, “non ci si può più esimere dall’affrontare tali problematicità per ottenere efficienza e quindi risparmio. Inoltre, per garantire un reale accesso all’innovazione, è indispensabile guardare al futuro in una sinergia istituzionale, medico-scientifica e aziendale tra i principali stakeholder del sistema”.

Le sfide sono molte, è stato ancora sottolineato nel corso dei lavori, dalla cura di nuove patologie alla necessità di fronteggiare il ritorno di vecchie patologie, a causa delle resistenze sviluppate dagli agenti patogeni ai vecchi trattamenti farmacologici. “Abbiamo la possibilità di avere a portata di mano farmaci molto efficaci, ma allo stesso tempo costosi” è stato osservato in conclusione dei lavori. “La sfida di oggi, allora, è quella di non lasciare indietro nessuno, malgrado la presenza di una popolazione sempre più anziana e alle prese con condizioni di comorbilità.”.

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