Roma, 4 aprile – L’ipotesi di una vendita della catena di farmacie Boots Uk (2200 esercizi tra Regno Unito e Irlanda), che circola ormai dalla fine del 2021, torna a riaffacciarsi su fogli della stampa economica e specializzata. Secondo quanto riferisce la newsletter specializzata Pharmacy Scanner, citando il sito finanziario inglese This is money, sarebbero in corso “enormi pressioni” da parte di azionisti e consiglio di amministrazione di Walgreens Boots Alliance affinché Stefano Pessina e Roz Brewer (nella foto) rispettivamente presidente e amministratore delegato di Wba rompano i legami della multinazionale americana da quelli della compagnia inglese, per concentrarsi sulle attività d’Oltreoceano, rispetto alle quali le attività in Europa rappresenterebbero in buona sostanza un elemento di distrazione.
Negli ultimi anni, scrive Pharmacy Scanner, Walgreens Boots Alliance ha avviato una serie di importanti e ambiziose operazioni con l’obiettivo di affiancare al core business della vendita di farmaci e prodotti per la salute anche l’erogazione di servizi sanitari per i cittadini, privati e assistiti delle assicurazioni. La newsletter italiana ricorda al riguardo la partnership con VillageMD (catena americana di circa 230 retail clinic dove Wba figura con una partecipazione del 63%) per aprire nelle farmacie Walgreens 600 ambulatori di cure primarie entro il 2025 e mille per il 2027; oppure, i recenti acquisti di Carecentrix, fornitore di cure domiciliari e (in partnership con VillageMD) di Summit Health-CityMD, fornitore di servizi medici e medicina d’urgenza.
In buona sostanza, in Wba è in corso una sorta di progressiva mutazione che – nei disegni – dovrebbe portarla a trasformarsi in uno dei principali (se non il principale) provider di cure primarie e di prossimità degli Stati Uniti: obiettivo che impone investimenti miliardari evidentemente poco compatibili con attività ritenute (et pour cause, a leggere i bilanci degli ultimi anni) sempre meno redditizie.
Secondo quanto riposta This is money, gli investitori americani vorrebbero che Wba puntasse dritto in questa direzione, liberandosi di pesi che rischiano di rallentare il raggiungimento dell’obiettivo, E Boots Uk, che ha perso durante la pandemia di Covid 278 milioni di sterline (con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro) e che secondo i i recenti dati dell’ultimo trimestre non sembra aver registrato progressi sufficientemente confortanti: le vendite, infatti, sono cresciute rispetto all’anno scorso soltanto del 2%, per effetto della minore domanda di servizi Covid, anche “se il traffico è cresciuto e le vendite delle referenze commerciali sono aumentate del 16%”.
Se le voci rilanciate da This is money dovessero trovare conferma, potremmo presto assistere a un nuovo tentativo di Wba di cedere Boots Uk, dopo il fallimento del primo: avviata la vendita del gruppo inglese nel gennaio 2022 (al prezzo base di 7 miliardi di sterline), Walgreens Boots Alliance archiviò infatti l’operazione nel successivo mese di giugno di fronte alla mancata presentazione di offerte adeguate. Secondo quanto scrive This is money, in ogni caso, anche Pessina sarebbe d’accordo sull’opportunità di separare i destini di Wba da quelli di Boots: la differenza, secondo il sito economico, è che il presidente italiano di Wba non condividerebbe la fretta di azionisti e CdA.
Molto opportunamente, Pharmacy Scanner precisa in chiusura del suo articolo che le vicende di Boots Uk – quale che sia la loro evoluzione – non produrranno effetti sulle farmacie Boots italiane, che non fanno capo a Wba ma ad Alliance Healthcare Italia. E questa è a sua volta controllata da Sprint Acquisitions Lux Holdco, di Alliance Santé Partecipations (la cassaforte di Pessina) per il 91% e di Walgreens Boots Alliance per il restante 9%.