Roma, 22 ottobre – “Vaccinare vuol dire investire sul benessere, soprattutto dei giovani e dei bambini, rafforzare il patrimonio della prevenzione a valenza nazionale e proteggere le persone più fragili. Siamo tutti consapevoli che l”introduzione dei vaccini costituisce l’intervento di sanità pubblica più importante per l’umanità, nel senso non solo dell”evidenza del ruolo sociale ed etico a cui assolve, ma anche perché ha determinato una svolta nella storia dell’uomo”.
Lo ha detto, rispondendo ieri nel corso del question time alla Camera a varie interrogazioni sul tema, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, ricordando come “ad oggi, la vaccinazione” sia “la misura di prevenzione più efficace ed innocua”. Ne riferisce diffusamente, con alcuni lanci, l’agenzia Public Policy.
Lorenzin ha aggiunto che “il successo dei programmi nazionali vaccinali si fonda sul raggiungimento e il mantenimento delle coperture di cicli vaccinali completi, a livelli tali da prevenire e controllare efficacemente la diffusione delle malattie
infettive prevenibili con il vaccino. Gli ultimi due piani nazionali, quello del 2005-2007 e quello del 2012-2014, frutto di intesa in Conferenza Stato-Regioni, hanno fornito indirizzi per le strategie vaccinali da applicare su tutto il territorio, improntate a criteri di equità e standardizzazione dell”offerta vaccinale”.
Ciò nonostante, ha continuato la titolare della Salute, “i dati recentemente forniti dall”Istituto superiore di sanità descrivono una situazione che non può che destare preoccupazione ed è proprio per porre rimedio a tali criticità che ho voluto fosse elaborato il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, attualmente all’esame della Commissione salute della Conferenza delle Regioni, che, oltre ad ampliare l’offerta vaccinale da parte del Servizio sanitario
nazionale, al fine di recuperare la cultura delle vaccinazioni, prevede l’adozione di un piano di comunicazione istituzionale recante iniziative volte a fornire alla popolazione le informazioni dettagliate sui rischi delle complicanze delle malattie prevenibili con i vaccini e i benefici della vaccinazione, nonché la condivisione dei contenuti informativo-educativi sul tema nei programmi delle scuole e dei corsi universitari”.
La ministra ha poi ricordato che “l’ordinamento vigente attribuisce ai soli ordini professionali il potere di disciplinare i suoi medici e, pertanto, spetta agli stessi ordini valutare se e quando una mancata prestazione sanitaria possa tradursi in un comportamento deontologicamente non corretto”.
Quanto, invece, alla possibilità che sia previsto il divieto per i bambini non vaccinati di frequentare la scuola dell’obbligo, Lorenzin ha precisato: “La normativa vigente prevede, nei casi di mancata presentazione della certificazione comprovante l”avvenuta vaccinazione, che il dirigente scolastico comunichi, entro cinque giorni, il nominativo alla Asl di competenza, affinché la stessa intervenga per i tempestivi adempimenti”.
“Il sistema vigente è pertanto finalizzato a far scattare l’allerta e consentire alle Asl, informate tempestivamente, di intervenire, senza tuttavia pregiudicare il diritto all’istruzione dei bambini, proprio per evitare che gli stessi siano doppiamente penalizzati. Ogni eventuale modifica al predetto sistema, finalizzata a rendere maggiormente effettiva la copertura vaccinale” ha concluso Lorenzin “non può pertanto che essere rimessa ad una decisione del Parlamento”.
I contenuti delle varie interrogazioni e le risposte integrali del ministro sono disponibili nel resoconto stenografico della seduta d’assemblea di ieri, da pag. 66 a pag. 76. Sono anche comprese due interrogazioni (e le relative risposte di Lorenzin) sulle iniziative in merito ai rischi connessi al fenomeno dei siti internet che vendono farmaci per l’interruzione della gravidanza e sulla a diffusione degli apparecchi da gioco destinati ai minorenni e il contrasto alla ludopatia.