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venerdì 26 Aprile 2024
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Adduce (MEF): “Prima dei piani di rientro, spesa farmaci in ospedale drogata”

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Roma, 9 luglio – Una “spesa farmaceutica ospedaliera drogata” e “una spesa convenzionata fuori controllo“, con squilibri finanziari “dell’ordine del 20-25% che in altri ambiti sarebbero equivalsi al fallimento”. Questo il panorama della sanità trovato in passato in alcune Regioni sottoposte ai Piani di rientro, ovvero al percorso “coatto”  di efficientamento e lotta gli sprechi iniziato quasi 20 anni fa, così come riassunto da Angela Adduce, (nella foto), della Ragioneria generale dello Stato, nel suo intervento  durante la presentazione del Rapporto dell’Agenzia italiana del farmaco sulle politiche di assistenza farmaceutica attuate dalle Regioni in Piano di rientro, del quale il nostro giornale ha diffusamente riferito ieri.
“Il lungo lavoro iniziato nel 2000” ha spiegato Adduce (qui il testo della sua relazione)   “ha messo in evidenza l’insostenibilità di alcuni sistemi sanitari regionali”. Quello che gli esperti del Mef hanno trovato è stata “una spesa convenzionata completamente fuori controllo, con percentuali di uso di antibiotici e ricorso a antipertensivi fuori da ogni regola e aspettativa rispetto all’epidemiologia”.
Ancora peggiore, però, la situazione della spesa farmaceutica ospedaliera, secondo Adduce, “drogata da un eccesso di posti letto e dal non governo degli erogatori privati accreditati che facevano risultare più ricoveri del richiesto”. Nell’approvvigionamento dei farmaci ospedalieri “c’era il caos, ognuno poteva ordinare qualsiasi cosa, c’erano persino ordinatori di spesa che non rispondevano ai vertici aziendali e le aziende sanitarie erano autonome di fare cose in libertà. La Regione non esisteva, non avevamo nemmeno interlocutori in grado di darci risposte”.

In questo contesto, ha concludo Adduce, il Piano di rientro, “è un qualcosa che vuole mettere ordine all’eccesso di spesa per poter garantire il rispetto dei Livelli essenziali di essistenza”. Ma
in alcuni casi è stato necessario un intervento del Governo con il potere sostitutivo del Commissario “perché ci siamo resi conto che ci si prendeva in giro”.

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