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lunedì 29 Aprile 2024
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Sit-in di protesta dei precari Aifa, chiesta la proroga immediata dei contratti scaduti

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Roma, 7 marzo – Rompere il silenzio del disinteresse, per impedire che la parabola della loro drammatica situazione chiuda la sua traiettoria nel punto di non ritorno della fine di ogni rapporto di lavoro. Era questo l’obiettivo dichiarato che i lavoratori precari dell’Aifa si proponevano con il sit in organizzato il 5 marzo scorso davanti alla sede dell’agenzia regolatoria nazionale di via del Tritone a Roma, a un tiro di schioppo dai palazzi del potere politico (nella foto Ansa del titolo).

Che però, ancora una volta, si sono mostrati sordi alle poteste e alle richieste dei lavoratoti che, a dicembre 2023, hanno visto scadere i loro contratti senza che nessuno si sia fin qui preoccupato di fornire loro qualche spiegazione in ordine al futuro del loro rapporto lavorativo con l’agenzia. Un futuro per il quale gli inquilini di Palazzo Chigi e dei ministeri di diretto interesse (vista l’assoluta assenza di segnali) sembrano non nutrire alcun interesse.  “A nulla sono serviti  i numerosi solleciti, rivolti al governo Meloni, per non far sprofondare nell’oblio lavorativo i professionisti che hanno prestato servizio in Aifa per anni” commentano amaramente  i precari Aifa dopo la manifestazione del 5 marzo, alla quale – unico dato confortante – hanno preso parte diversi funzionari e dirigenti Aifa, testimoniando solidarietà e vicinanza, a partire da Guido Rasi, già direttore generale dell’agenzia nazionale e poi per anni direttore esecutivo dell’Ema, che ha espresso il suo totale sostegno ai precari in lotta. Al sit in di protesta ha anche partecipato una delegazione di parlamentari del Partito democratico.

Nella convocazione della manifestazione c’era l’auspicio che il ministro Schillaci e il sottosegretario Gemmato si presentassero per mostrare palesemente la ferma volontà di risolvere l’annoso problema e illustrare un reale piano d’azione. “Purtroppo, con rammarico, non è avvenuto né uno né l’altro” sottolineano i precari, che sono stati ricevuti dai nuovi dirigenti dell’Agenzia. Il direttore amministrativo Giovanni Pavesi e il direttore sanitario Pierluigi Russo (rispettivamente a sinistra e a destra nelle foto a lato) si sono impegnati ad adoperarsi per porre fine a questa situazione, proponendo al Governo una norma omnibus per il rilancio dell’Agenzia che comprenda la proroga dei contratti precari e il processo di stabilizzazione. Soluzione che però appare ai precari molto problematica, in termini di concreta praticabilità.

“L’incertezza – rilevano i precari – sta nel fatto che non si hanno tempistiche certe, la dirigenza ha dato aggiornamento a un mese da oggi, ma soprattutto c’è da superare lo scoglio del ministero dell’Economia, che ha più e più volte bloccato la proroga e la stabilizzazione. Salvo poi acconsentire proroghe e stabilizzazioni di personale precario in svariate amministrazioni. Eppure la sola proroga di 30 contratti precari costerebbe poco più di un milione di euro, mentre attivare il processo di stabilizzazione richiederebbe all’incirca 7 milioni“.

“Ciò che non si capisce, o che si fa finta di non voler capire, è che la mancanza di personale in Aifa rallenta la performance ma soprattutto fa perdere soldi allo Stato. Poiché Aifa è una Agenzia governativa che più produce e più incassa, più tecnici specializzati vi sono più introiti entrano dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) e più attrattiva c’è per le industrie farmaceutiche nel voler svolgere trial clinici sul territorio italiano, con conseguente possibilità di avere farmaci costosi totalmente gratuiti a beneficio dei pazienti” argomentano  i precari Aifa. E chiedono che “nel primo provvedimento utile, che fuoriesca dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri, vi sia la norma per la proroga immediata dei contratti scaduti a fine 2023 e che successivamente si parta con tutto l’iter burocratico per la stabilizzazione. Non è più accettabile questo stillicidio sociale e lavorativo, dove 30 persone e 30 famiglie non hanno un orizzonte né possono programmare un futuro”.

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