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martedì 30 Aprile 2024
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Cossolo, Gizzi e Conte: “La farmacia ha un ruolo centrale, ora i politici lo sanno”

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Roma, 17 marzo – Alla presentazione, ieri a Roma,  dei risultati della ricerca Ipsos-Fofi, non potevano ovviamente mancare i presidenti delle sigle delle farmacie di comunità italiane, ovvero Marco Cossolo(Federfarma), Venanzio Gizzi(Assofarm) e Federico Conte(FarmacieUnite) da sinistra a destra nelle foto a lato –  sotto tutti concordi nel commentare positivamente gli esiti della survey commissionata dalla Federazione degli Ordini dei farmacisti, che attesta- dopo la drammatica parentesi pandemica –  un notevole aumento di fiducia e apprezzamento dei cittadini italiani nei confronti delle farmacie e dei professionisti che ci lavorano.“Il Covid ha fatto sì che le persone si avvicinassero ancora di più alle farmacie, più di quanto già fossero, perché le farmacie questo tipo di assistenza l’ha sempre garantita”  ha detto Cossolo (nella foto). “Il maggior bisogno e la situazione emotiva più coinvolgente hanno fatto reso ancora più chiaro il ruolo dei nostri presidi, che hanno anche pagato il loro prezzo per il fatto di essere in prima linea. Forse la farmacia è stata sempre data un poco per scontata, poi ne è emerso il ruolo chiave”.

“Il Covid ha fatto sì che le persone si avvicinassero ancora di più alle farmacie, più di quanto già fossero, perché le farmacie questo tipo di assistenza l’ha sempre garantita”  ha detto Cossolo (nella foto). “Il maggior bisogno e la situazione emotiva più coinvolgente hanno fatto reso ancora più chiaro il ruolo dei nostri presidi, che hanno anche pagato il loro prezzo per il fatto di essere in prima linea. Forse la farmacia è stata sempre data un poco per scontata, poi ne è emerso il ruolo chiave”.

La speranza, per il presidente di Federfarma, è che questo ruolo fondamentale non venga dimenticato dalla politica, e al riguardo Cossolo si dice ottimista, “dati i provvedimenti che si stanno susseguendo”. Un elemento di preoccupazione, semmai, arriva da quella quota di farmacisti “che non conosce il Dm 77”, il provvedimento che interviene sulla riorganizzazione dell’assistenza di prossimità e riconosce alle farmacie convenzionate con il Ssn il ruolo di presidi sanitari di prossimità,  assegnando loro nuove funzioni. E non è certo l’unico segnale di attenzione, ha ricordato Cossolo: “C’è anche la recente mozione all’Odg della Camera sul rilancio del Ssn, con due relatori dei due principali partiti politici, che assegna alla farmacia un ruolo centrale. Ce l’abbiamo fatta a farlo capire ai politici” ha concluso Cossolo, “vediamo ora cosa succederà”.

“Abbiamo una popolazione bisognosa di risposte di salute, che purtroppo ha a disposizione un Ssn dove, di fatto, pur nascendo universalistico e solidaristico, si trovano sempre più file, tempi lunghi e difficoltà di prenotazione. Rispondere con struttura sempre pronta, senza rinviare una risposta utile e significativa da parte di un professionista sanitario, è un aspetto che va al di là di tutte le concezioni sui presidi sanitari del nostro Paese”.  Gizzi, presidente di Assofarm, la sigla delle farmacie pubbliche, è intervenuto andando dritto al punto.

“Negli ultimi tre anni è cambiato il mondo, tutto quello che è stato detto sul ruolo e le prospettive della farmacia è assolutamente condivisibile, ma di fatto poi paghiamo un prezzo in termini di risposte non adeguate” ha osservato Gizzi, per poi concludere che durante gli anni di pandemia “le organizzazioni sindacali sono rimaste unite, ma ad esempio sul tema convenzione ci siamo fermati al 2017. Bene che il governo stia lavorando sulla remunerazione. Occorre che si superino gli ultimi 30 anni e che ci sia una presa di coscienza generale e rispondere ai problemi del sistema salute del nostro Paese”.

Anche Conte, presidente di FarmacieUnite, ha preferito soffermarsi sulle criticità, sia pure riconoscendo che “assistiamo a un trend estremamente positivo”.  Ma almeno due carenze, ritiene il presidente del sindacato dei titolari nato qualche anno fa in Veneto,  devono “essere prese in considerazione: in primis quella di risorse umane, vincolante per il futuro, che è bene affrontare rendendo la nostra professione attrattiva per i giovani, anche per gli studenti delle superiori, che la possano vedere a 360°, in grado di dare soddisfazione. E per avere una farmacia del futuro servono risorse”.

“La farmacia dei servizi va bene”  ha proseguito Conte “ma la nostra missione è il farmaco. Purtroppo vediamo che il farmaco non è una risorsa così costante e presente nella farmacia. Eppure, c’è anche una carenza delle vendite: con l’effetto post Covid e l’abbandono delle mascherine sono diminuite anche le entrate nelle farmacie. Per dare dei servizi dobbiamo avere garanzie di risorse, quelle umane con farmacisti preparati, e quelle economiche. Programmare il futuro e organizzare i servizi deve essere un percorso che deve seguire un indirizzo di cambiamento”.

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