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martedì 30 Aprile 2024
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Ruggiero (Lpi): “Capitale non può essere la foglia di fico per ostacolare liberalizzazioni”

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Roma, 23 ottobre – Consentire al capitale  di entrare nella proprietà delle farmacie è stato un provvedimento “sciagurato“, che però non può essere la foglia di fico per coprire i problemi e “andare contro a possibili interventi e soluzioni, come le liberalizzazioni, a favore delle parafarmacie e dei farmacisti titolari di parafarmacia”.

Così Ivan Ruggiero, presidente di Lpi, una delle sigle che si contendono la rappresentanza delle parafarmacie italiane, è intervenuto ieri nel dibattito sulla “anomalia italiana” nata nel 2006 con i provvedimenti che hanno permesso l’apertura di esercizi di vicinato abilitati alla vendita di farmaci senza obbligo di prescrizione.

I problemi delle parafarmacie, secondo Ruggiero, sono essenzialmente legati alla sostenibilità della loro economia: “Va chiarito che non siamo messi nelle condizioni di essere sostenibili. Paghiamo l’Enpaf nella stessa misura di un titolare di farmacia, non ci vengono riconosciute dalla distribuzione intermedia le stesse condizioni commerciali applicate alle farmacie e i nostri esercizi sono esclusi dai servizi” argomenta il presidente di Lpi. “Abbiamo anche un delisting che non si aggiorna da 4 anni e le confezioni dei farmaci che vendiamo spesso si presentano come starter rispetto a quelle presenti in fascia C”.

Queste, a giudizio di Ruggiero, le principali e “discriminanti” problematiche da risolvere, sulle quali Lpi si sta impegnando “in collaborazione con alcuni partiti di Governo”.  Ma, sottolinea in una nota alla stampa il presidente di Lpi, sono inaccettabili le strumentalizzzini di chi, come la Fofi, presenta la liberalizzazione della fascia C come un ulteriore regalo al capitale. “Il capitale ha già fascia C,  fascia A e tutta la farmacia, quindi una eventuale liberalizzazione del settore noi la vediamo non certo come un favore al capitale, ma come un riconoscimento professionale alla figura del farmacista e una via per aiutare i cittadini a diminuire le loro spese pubbliche private,  arrivate al 2,2% del Pil, superando addirittura i consumi” afferma Ruggiero, spiegando che il tentativo della sua sigla sindacale sarà quello di  “realizzare emendamenti per risolvere senza rattoppi la situazione di emergenza dei farmacisti titolari di parafarmacia. Abbiamo prospettato un dossier al ministero della Salute che individua una nuova visione di welfare allargato alle parafarmacie”.

La partita si gioca dunque essenzialmente sui tavoli della politica, lascia intendere Ruggiero, annunciando che a breve  ci saranno nuovi incontri con membri della Commissione Affari sociali dei due partiti di maggioranza, Lega e M5S.  Il presidente di Lpi conferma però che “parallelamente” continuerà a seguire il tavolo di confronto sulle parafarmacie aperto dalla Fofi, “per capire se ci possono essere possibilità di proposte condivise per risolvere il nodo parafarmacia che oramai dura da oltre 11 anni”.
Gli interlocutori diretti e principali, però, restano quelli del “palazzo”i: “Quando si parla di meritocrazia professionale e di ruolo sociale della nostra lotta, vicino ai cittadini” conclude infatti Ruggiero “ci aspettiamo una risposta concreta dalla politica, che sia dalla parte della gente comune e meno delle lobby”.
E questo, spiega Ruggiero, nella convinzione che “le parafarmacie se opportunamente integrate sul territorio, tra Asl, Regioni e cittadini, potrebbero rappresentare una risorsa per il Paese, contribuendo alla riduzione della spesa in Ssn e alla diminuzione della spesa pubblica privata”.

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