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giovedì 2 Maggio 2024
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Unaftisp, lettera aperta a Grillo: “Rivedere entro l’anno l’accesso alla professione”

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Roma, 24 ottobre – Superare definitivamente il  sistema dei concorsi; consentire l’accesso alla titolarità per i farmacisti non titolari di farmacia che hanno conseguito titoli di tipo professionale e gestionale, comprendendo anche i titolari di sola parafarmacia; superare il criterio della pianta
organica con l’istituzione del numero minimo di farmacie per territorio e  l’introduzione di criteri di libera apertura di nuove farmacie basati sulla distanza, in rapporto modulabile sulla base della densità di popolazione; preoccuparsi della tutela economica delle farmacie rurali con basso fatturato attraverso la possibilità di aprire una proiezione della sede e, infine, abolire la legge 124 del 2017 laddove consente alle società di capitale il possesso di farmacie.

Queste le cinque misure sulle quali, secondo Unaftisp, l’Unione nazionale farmacisti titolari di sola parafarmacia, deve essere articolata una sollecita revisione  del sistema di accesso alla professione, alla quale è necessario “porre mano in tempi brevissimi, entro l’anno”, se si vuole evitare a centinaia  di famiglie  il rischio di un fallimento, la  chiusura della loro attività e la perdita della propria dignità.

A proporre questa ricetta in cinque punti per fare fronte a “una situazione non più sostenibile, ormai giunta al capolinea”,  è il presidente di Unaftisp Daniele Viti, prima in un comunicato stampa e quindi in una lettera aperta indirizzata alla ministra della Salute Giulia Grillo.

“Un sistema che doveva essere liberalizzato con le lenzuolate di Bersani è rimasto ingessato su posizioni di privilegio che prevedono l’accesso alla titolarità di farmacia soltanto attraverso la compravendita o l’ereditarietà determinando una situazione completamente disallineata rispetto agli altri Paesi europei” argomenta Viti, che stigmatizza “la falsa illusione di liberalizzazione generata dal decreto Bersani del 2006, che portò centinaia di farmacisti ad aprire una parafarmacia”, salvo poi dover fare i conti con “una sopravvivenza difficile e incerta” e il rischio di chiusura.
Una revisione del sistema incardinata sui cinque punti proposti da Unaftisp, secondo Viti, consentirebbe invece “a tutti i farmacisti di poter svolgere la loro professione senza più rendite di posizione e con un sistema più flessibile a vantaggio della competitività e della qualità del servizio al cittadino”.

Nella lettera aperta alla titolare del dicastero, Viti fa anche un esplicito riferimento a una dichiarazione della stessa ministra  (“Un farmacista, una farmacia”)  nella quale i farmacisti di Unaftisp intravvedono “la possibilità di poter esercitare quella libertà professionale che oggi ci viene negata da un sistema ingessato e arcaico e dall’assurdità di non essere figli di titolari farmacisti”  e di superare così l’emergenza sindacale “nata dall’illusione di una liberalizzazione della professione che non è mai stata completata”.
“Crediamo non sia più rinviabile la revisione del sistema di accesso alla professione di farmacista” scrive  Viti alla ministra della Salute, prima di illustrare i cinque punti della  proposta Unaftisp” e di rappresentare  la necessita di una loro “improcrastinabile realizzazione entro la fine dell’anno”.

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