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venerdì 1 Dicembre 2023
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Integratori alimentari, li usano 8 over 65 su 10: aiutano la salute e la spesa sanitaria

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Roma, 25 luglio – La sfida della salute dovrà sempre di più fare i conti, nel prossimo futuro,  con il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. E ciò nel nostro Paese – che, secondo i dati Eurostat, è il più anziano d’Europa – vale decisamente più che altrove. In questo contesto, per riuscire a mantenere il proprio stato di salute e benessere, oltre a un’alimentazione equilibrata e a uno stile di vita sano e attivo, un aiuto importante – soprattutto in età avanzata – può essere fornito dall’uso appropriato di integratori alimentari.

ABenessere mentale e cognitivo e supplementazione - NUTRA HORIZONS 6 2021 ITAlla vigilia della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, celebrata ieri 24 luglio, l’associazione Integratori & Salute – che rappresenta il settore degli integratori alimentari in Italia e che fa parte di Unione Italiana Food – ha “fotografato” il ruolo di questi prodotti nella popolazione over 65 in un recente studio condotto dal Future Concept Lab, analizzandone le caratteristiche e i plus in collaborazione con Giovanni Scapagnini (nella foto), docente di Nutrizione clinica dell’Università degli Studi del Molise e vicepresidente della Sinut, la Società italiana di Nutraceutica.

Un dato, intanto, emerge sugli altri e dà la misura della diffusione del ricorso a integratori alimentari nella popolazione anziana: ne fanno uso otto ultra-sessantacinquenni su 10. I più utilizzati sono i supplementi per le ossa e per le articolazioni, ai quali ricorre il 43% degli over 65. Un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale, che si attesta al 24%. Ma nella  silver generation è diffuso anche l’impiego di integratori per i problemi intestinali (ne fa uso un over 65 su 4, ovvero il 25%, contro una media del 17%) e di supplementi per il benessere cardiovascolare, usati dal 17% (contro una media del 9%).

“L’invecchiamento patologico e il rischio d’insorgenza delle malattie croniche legate all’età sono strettamente correlati alla disregolazione dei processi infiammatori. Tra le sostanze cruciali per la regolazione di questi processi ci sono gli acidi grassi essenziali, noti come Omega 3” spiega Scapagnini. “Adeguati livelli di Omega 3 sono fondamentali per mantenere in salute il nostro organismo e favorire un sano invecchiamento. Oltre al consolidato ruolo sulla salute del cuore e del cervello, questi acidi grassi danno origine a molecole che svolgono un ruolo centrale nel controllo dell’infiammazione. Gli Omega 3 sono essenziali, senza di essi non potremmo sopravvivere ma non siamo in grado di produrli e possiamo assumerli solo attraverso la dieta e l’integrazione”. Approvvigionarsi di acidi grassi essenziali polinsaturi del tipo Omega 3, noti per i loro effetti benefici sulla salute, può contribuire, soprattutto in età avanzata, a gestire i processi infiammatori e a ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiache, o il diabete, o ancora malattie neuro-degenerative e altre condizioni di rischio legate all’avanzare dell’età”.

L’acquisto degli integratori da parte delle persone più anziane passa soprattutto attraverso i canali tradizionali. Gli over 65 si informano principalmente presso i professionisti della salute come medico e dietologo (58,6%) e oltre 8 su 10 (l’82%) acquistano i prodotti in farmacia o parafarmacia (la media nazionale è del 70%). Per il 63%, infine, l’integratore del futuro dovrebbe essere assunto senz’acqua ed essere più facilmente deglutibile.

Negli ultimi mesi sono apparse numerose review che evidenziano come l’assunzione di vitamina D sia molto importante nella terza età, per i suoi effetti sul sistema immunitario, neurologico e sull’apparato muscolo-scheletrico. Questa vitamina aiuta a preservare, inoltre, le funzioni cognitive. Altrettanto utile, soprattutto dopo i 65 anni, è l’assunzione di vitamina B12, indispensabile per la formazione dei globuli rossi e per il buon funzionamento del sistema nervoso. Nelle persone anziane, però, spesso può manifestarsi una certa difficoltà nell’assorbimento di questa vitamina, dovuta anche ai cambiamenti delle funzionalità gastriche o alla ridotta assunzione di alimenti che ne sono ricchi, come i cibi di origine animale (carne, pesce, latticini). In tutti questi casi, gli integratori alimentari possono rappresentare un valido supporto per colmare le carenze esistenti. “I problemi più comuni nella terza età ai quali gli integratori possono dare un aiuto concreto includono l’osteoporosi, la sarcopenia e i disturbi del sistema immunitario” ricorda Scapagnini.

Il docente ricorda anche che dopo i 65 anni il fabbisogno giornaliero di proteine aumenta da 0,8 g/kg a 1,2 g/kg, e nel caso di malattie croniche si può arrivare fino 2 g/kg al giorno: si tratta, spiega Scapagnini, di “quantitativi difficilmente presenti nell’alimentazione degli anziani. Per il sistema immunitario, oltre agli stessi aminoacidi, è la vitamina D ad avere un importante effetto benefico e la sua assunzione è particolarmente importante per gli anziani, che potrebbero manifestarne la carenza. Infine, anche la vitamina C è un antiossidante prezioso, che può sostenere il sistema immunitario e ridurre i processi infiammatori”. 

Due recenti studi sembrano anche  suggerire un modo semplice per aiutarli gli over 65  a rallentare il declino cognitivo, che rappresenta una delle principali preoccupazioni per la salute degli anziani. L’assunzione giornaliera di un integratore multivitaminico, infatti, sembrerebbe in grado di preservare la memoria, rallentando il peggioramento delle funzioni cognitive in età avanzata: è ciò che emerge da uno studio dei ricercatori della Columbia University e del Brigham and Women’s Hospital di Boston, di recente pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Durante la terza età, anche i problemi di digestione e di mobilità intestinale possono influire negativamente sullo stato di salute. “Il microbiota intestinale svolge un ruolo molto significativo nel processo di invecchiamento in salute” spiega ancora il docente di Nutrizione clinica molisano. “Un microbiota equilibrato e diversificato è associato a una migliore funzione intestinale, a una riduzione delle infiammazioni e a una serie di altri benefici per la propria vita. Al contrario, la disbiosi (ossia uno squilibrio del microbiota) può contribuire al deterioramento del processo di invecchiamento. In questo contesto, i probiotici – che sono microorganismi benefici per l’intestino – stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella gestione dell’invecchiamento. La loro assunzione può favorire un equilibrio del microbiota intestinale, ridurre l’infiammazione e contribuire a una migliore salute generale”.

In estate, soprattutto quando calda in modo abnorme come quella che stiamo vivendo,  la mancanza di stimolo alla sete può provocare negli anziani il rischio di incorrere nella disidratazione. In termini di prevenzione _ oltre alle ben note precauzioni di evitare d uscire nelle ore più calde, avere sempre una bottiglia d’acqua a disposizione, consumare pasti leggeri e preferire la frutta – andrebbe considerato anche il corretto uso di integratori, ove necessario. “Gli anziani possono essere particolarmente vulnerabili alla disidratazione” osserva Scapagnini “in parte a causa di un sistema di regolazione della sete meno efficiente e quindi di una minore percezione del desiderio di bere. Pertanto, è fondamentale che siano incoraggiati a bere regolarmente e adeguatamente.

Con il caldo torrido, ancora più importante è mantenere un’adeguata idratazione, compensando l’aumento della perdita di liquidi attraverso il sudore. “In queste situazioni, bere una quantità sufficiente di acqua non è l’unico aspetto da considerare” spiega il presidente di Sint. “Integratori di sali minerali o bevande elettrolitiche potrebbero essere una scelta intelligente per reidratarsi, poiché contribuiscono a ripristinare gli elettroliti persi attraverso la sudorazione. Gli elettroliti, come il magnesio e il potassio, sono infatti molto importanti per il mantenimento dell’equilibrio idrico e del corretto funzionamento del corpo”.

La conclusione del report di Integratori & Salute è che con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei costi dei servizi sanitari nazionali, “gli integratori possono rappresentare una risorsa utile per migliorare la qualità della vita e contribuire a contenere la spesa sanitaria”. E, per corroborare l’affermazione, viene ricordato che un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe ha stimato in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione, se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero regolarmente Omega 3. Allo stesso tempo, se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D, si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi ed avere così un potenziale ulteriore risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro.

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