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lunedì 17 Febbraio 2025
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Schito (Assofarm): “Remunerazione, con la Manovra qualcosa di importante è iniziato”

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Roma, 7 novembre –  Sulle misure previste dalla Manovra2024 per i farmaci e le farmacie. come riferito ieri dal nostro giornale, si sono già registrate le prime considerazioni e prese di posizione, in vero tutt’altro che allineate e comunque non prive di rilievi critici. In proposito, ieri, si è espresso anche il segretario generale di Assofarm Francesco Schito (nella foto), dedicando al tema l’editoriale pubblicato sul notiziario della sigla delle farmacie pubbliche, senza fare mistero, fin dal titolo (Nuova remunerazione, la volta buona)  di un giudizio molto positivo sulle intenzioni messe nero su bianco dal governo.

“Questa volta la riforma della remunerazione del farmacista compie davvero un passo concreto in avanti” scrive infatti Schito, ricordando i tentativi, dal 2013 in poi, di introdurre i necessari correttivi all’ormai inadeguato sistema di pagamento del servizio reso dalle farmacie, rivelatisi infruttuosi soprattutto a causa dei rilievi di sostenibilità economica sollevati da parte dei ministeri della Salute e delle Finanze.

A giudizio del segretario generale di Assofarm, però,  dalla bozza della Legge di bilancio 2024 già all’esame del Parlamento questa volta emerge quella che egli ritiene “una netta volontà politica di riequilibrare il sistema distributivo italiano del farmaco in modo da garantire maggiore sostenibilità alla farmacia territoriale“: se da una parte viene accantonata la remunerazione aggiuntiva (i 150 milioni di euro riconosciuti alle farmacie soprattutto per il loro impegno durante la pandemia), dall’altra si prefigura infatti il possibile ampliamento dei farmaci di fascia A dispensati attraverso le farmacie, l’eliminazione di diversi sconti a carico di questi esercizi, “fino ad un più serrato aggiornamento del Pht”, propedeutico appunto al trasferimento ai presidi di prossimità di farmaci oggi dispensati nelle sole strutture pubbliche. Ma l’elemento di maggio rilievo, per il segretario generale di Assofarm, “è certamente la remunerazione delle farmacie, che dal 1° marzo prossimo sarà costituita da un sistema misto a quote variabili e fisse, e quindi impostato secondo una logica non più e non solo prodotto-centrica”.

Schito, ovviamente, è perfettamente consapevole che “dagli osservatori più acuti del nostro settore arriveranno presto osservazioni sulle criticità più o meno latenti della riforma” nella sua attuale formulazione (e, in effetti, i primi interrogativi e perplessità di qualche analista, come riferito ieri dal nostro giornale, sono già arrivati), ma li rubrica come un inevitabile conto da pagare: “La complessità del sistema su cui si sta intervenendo è tale, che ogni singolo cambiamento comporta il rischio di generare squilibri altrove” scrive il dirigente Assofarm. “Potrebbero insomma presentarsi debolezze per così dire tecniche. Però, ben più insidiosa è a nostro avviso la dimensione istituzionale, direttamente conseguente ai contenuti del Titolo V° della Costituzione”.

Schito si preoccupa in ogni caso di precisare che la riforma della remunerazione disegnata dalla manovra non è quella che viene proposta  “ormai da tanti anni”  da parte della filiera. E al riguardo afferma che “pur plaudendo quanto sta facendo oggi il Governo”, resta convinto della necessità di “arrivare a un completo svincolo della remunerazione del farmacista dal prezzo del farmaco dispensato”.

Ma per il rappresentante di Assofarm il passo in avanti è innegabile, pur nella consapevolezza che dovranno certamente essere analizzate nel dettaglio “le ricadute economiche generate dalle diverse quote presenti nella norma”.

Schito spezza anche una lancia in favore del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, che sul finire della scorsa legislatura aveva avviato un’indagine parlamentare finalizzata a confrontare e i costi della Dpc e quelli della distribuzione diretta, dimostrando che se davvero “si fosse voluto venire incontro ai bisogni quotidiani del cittadino, le farmacie avrebbero dovuto essere maggiormente coinvolte in un sistema distributivo più territorializzato”. In quell’iniziativa e nel suo esito, il segretario generale di Assofarm rintraccia la scaturigine dei contenuti delle misure contenute nella bozza di legge di bilancio, che a suo giudizio vanno letti “come una tentata mitigazione degli effetti distorsivi della legge 405/2001, per la quale da tempo e da più parti si avverte la necessità di un tagliando“.

Ma il traguardo non è esattamente dietro l’angolo: “il progetto riformatore dovrà confrontarsi con le prerogative che la Carta garantisce alle Regioni”  ricorda Schito, quelle stesse Regioni che in passato “sono state spesso restie a rivedere i rapporti diretta/dpc”.  Ma, sottolinea il rappresentante delle farmacie pubbliche, in tempi più recenti le passate posizioni di chiusura hanno lasciato il posto a “segnali positivi”. L’incognita Regioni, dunque, permane, ma “convive con un clima politico non privo di elementi ottimistici”.

“Non tutto è fatto e risolto, ma certamente qualcosa di importante è iniziato” conclude Schito, con una sostanziale professione di ottimismo. “Ed è iniziato con una doppia prospettiva di redditività per la farmacia: il meccanismo remunerativo e l’ampliamento dei farmaci distribuiti per conto del Ssn”.

Da ultimo, il segretario di Assofarm rivendica il “ruolo primario” recitato dalla sigla delle farmacie comunali nella partita della nuova remunerazione (che peraltro ancora è in corso e deve concludersi). “Ne parlammo noi per la prima volta nel 2006 in un ormai storico convegno alla Sala Capranichetta, cui seguirono anni di riflessioni e studi, tutti rigorosamente inascoltati fino a quando il settore non ha più potuto rimandare la necessità di una riforma dei propri rapporti con il Ssn” scrive Schito, affermando di ricordare l’ormai lontana iniziativa non solo “per cercare riconoscimenti, crediamo meritati (palese e ammesso, dunque, il comprensibile orgoglio di campanile, NdR), quanto piuttosto per aver chiaro il fatto che i processi di riforma richiedono tempi lunghi”.

“Quanto sta accadendo oggi potrebbe segnare l’inizio di una nuova epoca nel nostro settore” conclude quindi il segretario di Assofarm “il cui compimento richiederà ancora tempo, perseveranza e coraggio da parte di tutti”.

 

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