Roma, 9 aprile – Oltre 1,2 milioni di test di diagnosi rapida del colera saranno spediti in 14 Paesi nella più grande distribuzione globale di sempre, con la prima spedizione che ha raggiunto in questi giorni il Malawi. Si tratta della prima diffusione ufficiale, su scala planetaria, di test attraverso Gavi, l’Alleanza per i vaccini, che vede tra i suoi protagonisti anche Unicef, la Task Force globale per il controllo del colera (Gtfcc) e l’Oms, con la collaborazione di Find, che ha guidato lo sviluppo di un profilo di prodotto target.
L’iniziativa globale di diagnosi del colera è finanziata e coordinata dalla stessa Gavi ed è condotta in collaborazione con Find, organizzazione indipendente senza scopo di lucro dedicata allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie diagnostiche convenienti, facili da usare e all’avanguardia per le malattie della povertà, che ha guidato lo sviluppo di un profilo di prodotto destinato a migliorare la rilevazione e il monitoraggio tempestivi degli focolai.
L’approvvigionamento globale di vaccini orali contro il colera è aumentato di diciotto volte tra il 2013 e il 2023. L’elevato e costante aumento della domanda rispetto all’attuale disponibilità ha messo a dura prova le scorte mondiali. Le campagne di vaccinazione preventiva sono state ritardate per preservare le dosi. Nel 2021, il board di Gavi ha approvato un finanziamento di 55 milioni di dollari USA per sostenere un programma di diagnostica tra il 2022 e il 2025 contro il colera, la febbre gialla, il morbillo, la rosolia, la meningite meningoccoccica e il tifo.
Nel 2023, Gavi ha inoltre lanciato un programma di vaccinazione preventiva contro il colera, per sostenere i Paesi con un controllo a lungo termine del colera. Nel 2023, il Gtfcc ha aggiornato le raccomandazioni a favore di test strategici, di routine e sistematici di casi sospetti di colera e l’uso ampliato di Rdt, test diagnostici rapidi.
I casi di colera registrano un aumento senza precedenti in tutto il mondo, anche in zone libere dalla malattia da molti anni, a causa principalmente delle continue lacune nell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici. Nonostante il colera sia prevenibile e facilmente curabile, i bambini continuano a soffrire di questa malattia potenzialmente mortale. L’Oms accoglie con favore l’implementazione di questi test rapidi per il colera. Essi forniranno agli operatori sanitari i dati critici e tempestivi necessari per fermare precocemente le epidemie.
L’ Alleanza per i Vaccini Gavi è una partnership pubblico-privato che aiuta a vaccinare più della metà dei bambini del mondo contro alcune delle malattie più letali del mondo. Dal suo inizio nel 2000, Gavi ha contribuito a vaccinare un’intera generazione di oltre un miliardo di bambini e ha prevenuto oltre 17,3 milioni di morti future, impiegando finanziamenti innovativi e le ultime tecnologie, dai droni alla biometria, per salvare vite.
“Il colera è un’infezione intestinale acuta che si diffonde attraverso cibo e acqua contaminati da feci contenenti il batterio Vibrio cholerae. L’aumento del colera è causato dalle continue lacune nell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, e dall’incapacità di individuare rapidamente le epidemie e limitarne la diffusione” spiega Gavi in una nota. “Le comunità colpite spesso non hanno accesso ai servizi sanitari di base, una situazione aggravata da fattori legati al clima, conflitti e sfollamenti della popolazione. Di fronte all’impennata in corso, i partner che stanno lavorando sul controllo del colera hanno urgentemente invitato i Paesi, i produttori e altri partner a investire nella risposta tempestiva all’epidemia e nella gestione dei casi, nell’accesso rapido alle cure, nell’aumento della produzione di vaccini a prezzi accessibili e nel miglioramento urgente dell’accesso ai servizi idrici e igienico-sanitari di base nelle zone colpite”.
Con l’arrivo in Malawi dei kit di Rdt che segna l’inizio del programma globale di diagnostica del colera, è appunto entrato nel vivo il lavoro per colmare le lacune critiche dei test che lasciano le persone a rischio, in collaborazione con i Paesi interessati, l’Oms e altre agenzie sanitarie globali.