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mercoledì 12 Novembre 2025
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Epatite, Aifa, aut aut a Gilead: “Prezzi più bassi o i farmaci li produciamo noi”

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Roma, 20 febbraio – Suona come un minaccioso aut aut quello che, sul finire della scorsa settimana, il DG Aifa Mario Melazzini (nella foto) ha lanciato alla Gilead alla vigilia della trattativa per ricontrattare i prezzi dei medicinali anti-epatite.

In un’intervista al quotidiano La Stampa resa alla vigilia della ripresa delle trattative per ricontrattare i prezzi dei medicinali anti-epatite, Melazzini ha  voluto lanciare alla multinazionale che produce i due anti-Hcv Sovaldi e Harvoni un messaggio che, ridotto all’osso, suona semplicissimo: o in sede di trattativa Gilead  riduce, e di molto, i prezzi dei due farmaci, scendendo dai circa 13 mila richiesti ai 4 mila per trattamento che invece è disposta a pagare Aifa,  la stessa cifra pagata attualmente per gli ultimi scaglioni degli oltre 67mila pazienti già trattati, oppure l’agenzia regolatoria si orienterà verso altre e più drastiche soluzioni.

“Se non prevarrà l’etica del buon senso eradicheremo il virus lo stesso, ricorrendo a tutte le soluzioni possibili” ha detto Melazzini a La Stampa, chiarendo poi con quali armi Aifa intenda costringere Gilead a più ragionevoli consigli. La prima è quella di “seguire l’esempio della Francia, consigliando ai centri specialistici che assistono i malati di epatite gli altri farmaci di pari efficacia, che non combattono tutti i ceppi del virus, ma quelli comunque più diffusi, il I e il IV”.

Una soluzione che ridurrebbe, e molto, la platea dei consumatori dei farmaci Gilead, portandone i fatturati ai minimi termini. Decisamente più eclatante l’altra arma brandita da Melazzini: se Gilead non accetterà di  ridurre i prezzi “potremmo arrivare a chiedere al governo come estrema ratio l’applicazione degli accordi internazionali Trips del 2006, che in caso di emergenze di salute pubblica consentono agli Stati il ricorso alla licenza obbligatoria“.

In altri termini, se Gilead perdurasse nella sua politica  dei prezzi – duramente censurata negli USA da un rapporto del Senato e definita da autorevoli giornali statunitensi come “l’avidità che uccide” –  l’Aifa potrebbe “bypassare” la protezione brevettuale e decidere di produrre sofosbuvir di Stato a prezzi ancora più bassi di quelli che l’Agenzia è disposta a riconoscere all’azienda.

Ma – e lo stesso Melazzini si preoccupa di ricordarlo nel corso dell’intervista a La Stampa – la deroga dall’accordo Trips è prevista soltanto per in Paesi in via di sviluppo a Pil basso, e l’Italia (nonostante la gravissima crisi che attraversa) è ancora nel gruppo delle nazioni a economia più avanzata. Tuttavia, scrive La Stampa, qualche possibilità di imboccare questa strada – già imboccata in passato con feroci contenziosi internazionali tra governi e Big Pharma da Sudafrica e India –  potrebbe venire dal regolamento Ue 816/2016 che fa riferimento sempre alla licenza obbligatoria per necessità di salvaguardia della salute pubblica.

“Chiediamo alle aziende un prezzo etico perché intendiamo estendere anche ai pazienti meno gravi il diritto alla cura, altrimenti il virus continuerà ad infettare altre persone. E non dimentichiamo – ha concluso Melazzini  – che l’Italia è uno dei Paesi con più alta presenza di Hcv“.

Un convinto endorsement alla posizione espressa dal DG Aifa è  subito arrivato dal responsabile sanità del Pd, Federico Gelli: “Credo si possa dire che non sono più giustificabili prezzi ben più alti come quelli pagati dal nostro Paese negli ultimi anni” ha  commentato l’esponente del Pd, esprimendo l’auspicio che Aifa riesca ad ottenere un accordo con la Gilead alle migliori condizioni.

“A quel punto sarebbe doveroso immaginare l’avvio di un vero e proprio piano nazionale finalizzato alla completa eradicazione di questa patologia” ha detto ancora Gelli. “In questo modo, potremmo da un lato permettere le cure a tutti i pazienti affetti da epatite C eliminando le attuali barriere per l’accesso alle nuove terapie, e dall’altro l’azienda potrà in ogni caso continuare a far profitti sugli aumentati volumi di vendita”.

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