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venerdì 1 Dicembre 2023
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Terremoto e farmaci omeopatici, Amiot interviene per “precisare”

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Roma, 2 settembre – L’ Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (Amiot), intervenendo a margine delle polemiche sollevate sulle piattaforme social (e poi rimbalzate sulla stampa) dalla decisione della Regione Marche di distribuire farmaci omeopatici ai cittadini della provincia di Ascoli Piceno vittime del terremoto nel presidio di Acquasanta Terme (cfr. RIFday del 29 agosto), ha inviato al nostro giornale una nota contenete una puntuta difesa della validità terapeutica dell’omeopatia, pratica terapeutica che anche nell’occasione è stata bersaglio di giudizi impietosi.

La nota, della quale diamo volentieri conto, ricorda che “che ormai sono molte le evidenze scientifiche – pubblicate su riviste indicizzate peer-review e facilmente accessibili – a comprova dell’efficacia della medicina dei bassi dosaggi“,  il cui paradigma terapeutico, scrive Amiot, “è oggetto da anni di apposite linee guida emanate dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ed è riconosciuto come atto medico dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici.”

La nota Amiot (che è stata peraltro inviata in copia conforme anche ad altre testate che come la nostra hanno dato conto della notizia), prosegue poi accusando senza il nostro articolo di “acredine pregiudiziale”,  che sarebbe  dimostrata dal fatto di aver dato voce “solo a persone notoriamente ostili alle medicine complementari, e che non perdono occasione, neppure dinnanzi a una tragedia quale è quella del terremoto, di ribadire il proprio forte pregiudizio anti-scientifico”.

Quindi procede a ricordare alcune asserite evidenze della validità  del “paradigma omeopatico”, citando l’ultima edizione di un volume (“Low Dose Medicine – Omeopatia e Omotossicologia – Le Prove scientifiche”) che  – si legge nel comunicato – “contiene i più recenti risultati della ricerca scientifica in questo settore: sono stati spiegati i meccanismi d’azione dei medicinali “low dose” e illustrati gli sviluppi che, da queste ricerche, stanno scaturendo in termini di cura per molte patologie, come ad esempio la psoriasi, la vitiligine e la corioretinopatia sierosa centrale”.

Dopo aver riproposto un’affermazione di Paolo Roberti di Sarsina, dell’Osservatorio Metodi per la Salute dell’Università di Milano-Bicocca, secondo il quale “ormai sono numerosi – anche nonostante i pregiudizi e l’assenza di finanziamenti per la ricerca – gli studi scientifici pubblicati sulla banca dati PubMed che confermano la superiorità delle Medicine non convenzionali rispetto al placebo”, Amiot ricorda che in Italia i farmaci omeopatici sono parte della categoria dei farmaci non convenzionali per la cura delle malattie (farmaci, così come classificati dalla direttiva europea sul farmaco, e non “rimedi”),  impiegati con successo da 11 milioni di italiani e prescritti da 20 mila medici iscritti all’Albo, “segno di una vera e propria apertura alla medicina complementare per la cura e per la prevenzione delle malattie e per il mantenimento in buon equilibrio dell’organismo.”

La nota conclude quindi esprimendo la convinzione che “la medicina dei bassi dosaggi può essere ‘pericolosa’ solo nel momento in cui viene utilizzata da ‘mani non mediche’: l’Associazione ha quindi come priorità la formazione e valorizzazione di una classe medica di professionisti in grado di utilizzare al meglio le metodiche della medicina complementare”.

Convinzioni rispettabili, che come tali riportiamo, non fosse altro che per dimostrare ad Amiot che l’accusa di “acredine pregiudiziale” addebitata ai giornali che hanno scritto della vicenda ricordata in premessa è un filo avventata e del tutto ingenerosa, probabilmente frutto di un abbaglio dovuto a un eccesso di zelo (“Surtout pas trop de zèle”, ammoniva non a caso un vecchio volpone come Talleyrand).

Basterebbe infatti andare a rileggersi il nostro articolo (un semplice report, è il caso di ricordarlo, non un saggio scientifico) per rendersi immediatamente conto che alle repliche della Regione Marche in difesa della sua scelta di distribuire gratuitamente anche farmaci omeopatici ai terremotati viene dedicato uno spazio addirittura superiore a quello occupato dagli interventi polemici di quelle che Amiot definisce “persone notoriamente ostili alle medicine complementari”.

Questa è l’incontrovertibile verità, altro che “acredine pregiudiziale”. L’accusa un po’ sopra le righe torna comunque buona, per informare Amiot che le dispute scientifiche sull’omeopatia sono ben note al pubblico ultra-specializzato dei lettori di questo giornale, professionisti in possesso di una solida e specifica cultura scientifica sui farmaci. Così come è loro ampiamente nota la radicalizzazione delle posizioni degli opposti schieramenti, delle quali all’occorrenza il nostro giornale dà puntualmente conto. Lo fa appunto ora, ospitando le precisazioni dell’associazione di Omotossicologia in ordine all’esistenza di prove scientifiche “sull’efficacia della medicina dei bassi dosaggi”, e lo ha fatto più volte in passato, riferendo per contro di studi come, solo per fare un esempio, il rapporto del National Health and Medical Research Council, il principale ente di ricerca medico australiano, per il quale non esiste alcuna prova scientifica che i farmaci omeopatici abbiano un effetto su una qualsiasi malattia, tanto da mettere addirittura in guardia sulla pericolosità dell’affidarsi a tali rimedi.

La nostra convinzione è che sono poi i lettori – in possesso di tutti gli strumenti per farlo – a maturare le loro opinioni e convinzioni. Anche intorno a una disputa, come quella sull’omeopatia, che va avanti ormai da secoli e che (con ogni probabilità) è destinata a continuare ancora a lungo tra i due opposti schieramenti. Le “acredini pregiudiziali”, per quanto ci riguarda, le lasciamo tutte ai “pasionari” dell’una e dell’altra parte.

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