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mercoledì 18 Giugno 2025
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Racca: “Riforma remunerazione, percorso complicato, ma escludo soluzioni dall’alto”

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Roma, 25 novembre – Molto è certamente dovuto alla meritoria insistenza di Assofarm, che lo scorso 19 novembre ha portato le sigle della distribuzione del farmaco a sedersi attorno a un tavolo per un confronto comune. Ma certamente ancora di più ha potuto l’approssimarsi del 31 dicembre, termine della proroga dopo il quale il dossier della riforma della remunerazione del servizio farmaceutico rischia di arrivare sul tavolo dei ministeri di Salute ed Economia per essere risolto dall’alto.

Il risultato, in ogni caso, è che il tema, sostanzialmente rimasto negli ultimi mesi ai margini del dibattito interno alla categoria, è tornato prepotentemente alla ribalta, come conferma la sortita di Annarosa Racca, presidente di Federfarma, che in un’intervista pubblicata ieri da quotidianosanita.it, chiarisce posizioni e aspettative del sindacato dei titolari in materia di riforma della remunerazione.

Racca, in buona sostanza, respinge i rilievi critici mossi qualche settimana dal presidente di Assofarm Venanzio Gizzi in ordine all’immobilismo della filiera, sostenendo che Federfarma non ha mai smesso di occuparsi della questione e ha continuato a mettere a punto le sue proposte, volte principalmente a definire una diversa modalità di determinazione dei prezzi di rimborso Ssn che sia in grado di contrastare il peso sempre più preponderante della distribuzione diretta, ma (spiega Racca) “senza trascurare l’opportunità di remunerazioni aggiuntive per l’erogazione di servizi nell’ambito dei nuovi spazi e scenari disegnati da nuovo patto per la salute.”
La presidente dei titolari torna a difendere l’accordo raggiunto con Aifa nell’ottobre del 2012 (poi bocciato da MEf e Salute), ribadendo che si trattava di un ottimo accordo, del tutto rispondente “ai parametri stabiliti dalla normativa”, dal rispetto del criterio rispettava il principio dell’invarianza di costo per il Ssn alla ripartizione della remunerazione tra quota fissa e variabile. Ma, come si dice “acqua passata non macina più”: il mancato accordo (insieme ai rimpianti che può avere lasciato) è ormai alle spalle e la necessità di oggi è quella di formulare una nuova proposta, anche se, afferma Racca, “è un percorso molto complicato”, che “richiede tutta l’attenzione possibile ad evitare di complicare e peggiorare le condizioni con una proposta che deve valere nel tempo.”

Quello della presidente Federfarma, insomma, è una specie di “Adelante ma con juicio”: per evitare passi falsi, bisogna avere una chiara e aggiornata analisi sull’andamento della redditività della dispensazione dei farmaci in regime Ssn ed è necessario valutare insieme agli altri player della filiera ogni possibilità, facendo anche le necessarie simulazioni, sempre in una cornice di sostenibilità economica dell’attività della farmacia.

“In ultima analisi – spiega Racca a quotidianosanita.itvorremmo fortemente si potesse rimettere ordine alla distribuzione del farmaco che, dall’avvento della 405, si è trasformato in un sistema distorto: ospedali che distribuiscono formaci, tracciabilità imperfetta, spese incontenibili, territorio depauperato di risorse, cittadino non più al centro.”

Un percorso per il quale, ovviamente, serve tempo. E il 31 dicembre è ormai alle porte. Racca, però, non sembra avere troppe preoccupazioni al riguardo ed esclude la possibilità che la riforma della remunerazione possa essere il frutto di atti d’imperio da pare del Governo.

Dal Ministero abbiamo sempre ricevuto la garanzia che non avrebbero mai imposto soluzioni, ma piuttosto atteso un progetto condiviso dall’intera filiera del farmaco” spiega la leader sindacale. Che, in buona sostanza, dà per scontato che al dossier remunerazione venga concesso quel “differimento dei termini di scadenza per raggiungere un accordo condiviso” che anche Gizzi (cfr. intervista al nostro giornale del 23 novembre) reputa il primo e più realistico obiettivo da raggiungere in questo momento.

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