Roma, 25 ottobre – Nei primi venti mesi di applicazione della nota 96 si registra complessivamente una diminuzione dei consumi e della spesa dei farmaci in nota di circa il 24% rispetto ai periodi precedenti, sia in termini di confezioni erogate sia di spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale, con un risparmio di circa 128 milioni di euro in termini assoluti. Lo rende noto una nota dell’Aifa, a seguito del monitoraggio realizzato dalla stessa agenzia per verificare gli effetti dell’applicazione della nota 96, entrata in vigore alla fine di ottobre 2019, attraverso l’analisi dei dati nazionali e regionali fino alla fine di giugno 2021.
L’effetto più importante in termini economici della nota, precisa l’Aifa, si è avuto nei primi 12 mesi con un risparmio medio di 7,5 milioni/mese. Attualmente, l’effetto residuo (nei mesi 13-20) è stimabile in una riduzione di circa 4,7 milioni/mese. Non si osservano invece importanti aumenti dei consumi e della spesa di altri analoghi della vitamina D non oggetto della nota. Si conferma infine l’eterogeneità dell’impatto della nota a livello delle diverse Regioni.
La nota, come è noto, si riferisce alla prescrizione a carico del Ssn dei farmaci con indicazione “prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D”. I farmaci inclusi sono il colecalciferolo, il colecalciferolo/sali di calcio e il calcifediolo.