Roma, 28 aprile – “L’esperienza pandemica ci dovrebbe insegnare che la salute è un asset strategico per i cittadini e per la sicurezza nazionale, e un investimento fondamentale per lo sviluppo e la crescita. Ma solo in un contesto di tutela della proprietà intellettuale – accompagnata da altre misure strutturali della governance – sarà possibile continuare ad essere attrattivi. A vantaggio anzitutto dei pazienti e del sistema sanitario nel suo complesso”.
Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi (nella foto), ha voluto ribadire con queste parole, in occasione della Giornata mondiale della proprietà intellettuale celebrata il 26 aprile scorso, la posizione delle aziende del farmaco sulla questione della copertura brevettuale dei medicinali, resa incandescente dall’emergenza pandemica.
“Proprietà intellettuale e brevetti hanno avuto un ruolo importante anche per arrivare in due anni a scoprire e produrre miliardi di dosi di vaccino contro il Covid-19, un risultato impensabile, riuscendo a tutelare ampie fasce della popolazione mondiale” ha aggiunto il leader degli industriali. “Oggi stiamo vivendo una fase di innovazioni straordinarie per merito dei progressi tecnologici, con cure sempre più mirate e personalizzate. Nel mondo sono infatti allo studio più di 18.000 molecole, con investimenti di oltre 1.300 miliardi di euro tra il 2021 e il 2026”.
“Se oggi molte persone possono sperare in una vita più lunga e migliore lo si deve anche a farmaci e vaccini” ha detto ancora Scaccabarozzi, per concludere che “i risultati resi possibili dalla proprietà intellettuale e dal brevetto che hanno garantito investimenti in ricerca e innovazione. Proprio grazie ai medicinali nel nostro Paese è aumentata la sopravvivenza a 5 anni per 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro. Con una crescita di quasi il 40% di pazienti guariti in 10 anni. L’Aids si è trasformata in patologia cronica, con un’aspettativa di vita di 70 anni. Ancora: l’epatite C è curabile, la mortalità per malattie croniche è fortemente diminuita e per quelle cardiovascolari è scesa del 30% in 10 anni”.